Don Milani educatore e “Il rischio quotidiano della vita”

articolo del Prof. Enrico Garlaschelli

Presso l’ISSR di Milano, il 14 ottobre si è svolta, nella forma del convegno, la prima parte del corso di formazione dedicato alla visione educativa di don Lorenzo Milani.
Il corso continuerà sabato 21ottobre con le lezioni seminariali tenute dai proff. Barbara Rossi, Marco Moschetti, Enrico Garlaschelli. Il loro compito sarà di elaborare, approfondire, attualizzare le suggestioni emerse dal concerto di voci che hanno risuonato durante il convegno.
Voci che non hanno voluto porre un’ulteriore questione riguardante don Milani, la cui figura è stata già ampiamente dibattuta nel Centenario della nascita. Il rischio era di entrare nell’esperienza di don Milani volendo saperne di più, come colui che ha letto sempre un libro più degli altri. Si rischia di fare la fine che abbiamo ascoltato descrivere, in apertura del convengo, dallo stesso don Milani, magistralmente interpretato dalla voce dell’attore Andrea Tibaldi: di essere come coloro che entravano nella scuola di don Milani e subito cominciavano “ad insegnare piuttosto di imparare”. Allora don Milani li buttava fuori.
L’indole di don Milani non è estranea, né separabile dalla sua visione educativa. La scuola di don Milani è la forma che assume la sua vita ed è una forma che dà vita ad una “comunità educante”, come si direbbe oggi.
Per don Milani era una classe dove si scriveva tutto insieme e si leggevano i libri ad alta voce; dove non c’era cattedra e i più grandi insegnavano ai più piccoli. In quella comunità educante, ha precisato il prof. Fabio Pruneri nel suo intervento, vengono smontati e riformulati tutti gli strumenti e i modi che danno ordine e disciplinano la vita scolastica. “Quello che loro credevano di stare imparando da me – scrive ad un certo punto don Milani suoi suoi alunni -, son io che l’ho imparato da loro”. Agendo in questo modo, don Milani pone il tema essenziale della relazione educativa che intercorre fra insegnante e discente, che oggi ha assunto un tono drammatico in relazione alla crisi di identità della cosiddetta “figura del docente”, con la conseguente rottura del rapporto educativo ed alunni sempre meno propensi a lasciarsi educare.
La testimonianza di don Milani corrode ancora oggi la buona coscienza di coloro che tralasciano di affrontare il “rischio quotidiano di un’esistenza” convertita al compito educativo, per risolverlo in un elenco di programmazioni, competenze, valutazioni. È il rischio di chi si affida, scrive don Milani, e di chi si sente debitore.
Il rischio quotidiano dell’ “esistere pedagogico” (per ricordare una bella espressione di Piero Bertolini) viene affrontato invece da La Piccioletta Barca, un’associazione finalizzata al recupero educativo di ragazzi difficili che, ricorda la sua presidente Beatrice Gatteschi, è stata pensata e fondata proprio nella chiesa di Barbiana, di fianco al Santo Scolaro. Se don Milani si pone il compito di offrire “l’arma del pensiero e della parola”, è proprio sulle parole sul loro uso che rimanda ma spesso oscura la loro capacità espressiva che si articola il metodo educativo de La Piccioletta Barca. E la prima parola messa in evidenza da Beatrice Gatteschi è stata “coraggio”: il coraggio di mettersi in gioco nel rischio quotidiano dell’esistere educativo che li ha spinti ad affrontare grandi difficoltà.
In sala erano presenti altri educatori dell’associazione insieme ad un gruppo di ragazzi che partecipano al percorso educativo. La loro testimonianza ha messo in evidenza come il termine “volontariato” sia oggi molto più facile da usare che da frequentare. “Oggi più che mai – ha affermato Roberto Maier nel suo intervento introduttivo all’azione educativa de La Piccioletta Barca – c’è bisogno di una cultura che dia parola, che insegni ad operare la paziente ricerca della parola giusta”. Questa parola è cercata dagli educatori de La Piccioletta Barca nella letteratura: la grande letteratura che non è vero non sia adeguata ai ragazzi, così come, ha precisato Beatrice Gatteschi, sia discutibile distinguere una letteratura per ragazzi. Nei ragazzi, anche quelli che sembrano più lontani e insensibili, risuona ancora quella parola. Purtroppo non risuonano più nella vita degli insegnanti le parole degli ordinamenti che dovrebbero dare forma alla loro attività didattica.
La lezione seminariale del 21 ottobre dovrebbe far emergere percorsi possibili e spazi percorribili da un insegnante che non ha ancora rinunciato ad essere educatore. Le suggestioni lanciate dal convegno non mancano.

 

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ANDREA TIBALDI collabora con diverse realtà del panorama teatrale milanese. Protagonista episodico in fiction rai (Terapia d’urgenza) e di mediometraggi vincitori di premi internazionali (The silver Rope, Il silenzio), attualmente è docente presso la scuola Teatri Possibili di Milano, il Mat di Lugano e conduce corsi di Pubblic speaking e di comunicazione efficace.

FABIO PRUNERI è professore associato di Storia della Pedagogia all’Università di Sassari. Si interessa in particolar modo di storia dell’educazione e delle politiche educative. Autore di numerose opere di ricerca storica, tra cui il recente Le riforme della scuola e dei metodi didattici in Sardegna attraverso la corrispondenza Manunta-Cherubini (1826-1844), (Il Maestrale, 2023).

ROBERTO MAIER, licenziato in teologia sistematica, dottorato in teologia e in Agrisystem, è autore di studi scientifici e divulgativi e docente di Teologia e di Filosofia Morale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2016 ha fondato con Beatrice Gatteschi La Piccioletta Barca, in cui è docente e vice-presidente.

BEATRICE GATTESCHI, laureata in Lettere Classiche con un master in Lettere e Filosofia, autrice, dopo dieci anni di lavoro nella direzione del personale di un’azienda e quindici anni nella gestione di una libreria universitaria, nel 2016 ha fondato insieme a Roberto Maier il Centro di cultura per ragazzi La Piccioletta Barca, in cui è docente e presidente.

BARBARA ROSSI è docente stabile straordinario presso l’ISSR di Milano, dove insegna Didattica generale e dell’IRC. È referente dell’Area delle Scienze Umane e Responsabile del Tirocinio diretto ed indiretto. È inoltre coordinatrice presso l’Istituto Leone XIII. Ha scritto per l’editore Glossa La domanda educativa. Percorsi educative e proposte didattiche (2021, con Enrico Garlaschelli).

MARCO MARIO MOSCHETTI laureato in Filosofia e diplomato in Scienze Religiose, insegnante di religione nella Diocesi di Milano, docente dell’ISSR di Milano per il corso di Storia dell’Irc in Italia. Autore del libro L’Insegnamento della religione in Italia. Sintesi storica, normativa, aspetti complementari, (Glossa, Milano 2018).

ENRICO GARLASCHELLI, docente di Pedagogia presso l’ISSR di Milano e docente di Storia della filosofia, Antropologia filosofica e Pedagogia all’ISSR di Mantova. Tra le sue opere, ha scritto per l’editore Glossa L’invocazione di Giobbe. Una risposta ad Auschwitz (2014); Il debito fenomenologico. Un tracciato teoretico (2018); La domanda educativa. Percorsi pedagogici e proposte didattiche (2021, con Barbara Rossi).

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Di seguito è possibile scaricare la Locandina del Convegno e le foto: