Nel solco di una tradizione secolare

 

L’Istituto Superiore di Scienze Religiose si colloca nel solco di una tradizione educativa e catechistica che prende le mosse da quella che fu chiamata la “scuola del Vescovo Ambrogio”. S. Agostino così tratteggia la scuola di Ambrogio: “In quel tempo la sua eloquenza dispensava strenuamente al popolo la sostanza del tuo frumento, la letizia del tuo olio e la sobria ebbrezza del tuo vino. A lui ero guidato inconsapevole di te, per essere da lui guidato consapevole a te. Quell’uomo di Dio mi accolse come un padre e gradì il mio pellegrinaggio proprio come un vescovo. Io pure presi subito ad amarlo, dapprima però non certo come maestro di verità, poiché non avevo nessuna speranza di trovarla dentro la tua Chiesa; bensì come persona che mi mostrava della benevolenza” (Confessioni 5,13,23).

Ambrogio insegnava sempre, anche nella sua casa, ma particolarmente durante la quaresima, quando non voleva assentarsi da Milano per nessun motivo, per parlare ogni giorno ai discepoli; e discepoli voleva tutti, anche i pagani, e a loro durante la Settimana Santa dettò quelle pagine mirabili dell’Esamerone dove ogni opera dl creato è rivelata nella pienezza della luce operosa di Dio.  Ma ogni libro di Ambrogio può essere detto un testo scolastico, scritto per le diverse categorie di persone: le vergini, le vedove, i catecumeni, i battezzati, i ricchi e i poveri; tutti ebbero il loro libro. Esattamente Ambrogio è considerato il primo catechista dell’Occidente.

La scuola di Ambrogio continuò e continua. Lo provano la storia delle istituzioni ecclesiastiche milanesi e fra esse quelle scolastiche da Ariberto di Intimiano a Bonvesin de la Riva, a Carlo Borromeo.

Di Ariberto, il cronista Landolfo Seniore (secolo XI) attesta l’amore per “le scuole dei filosofi che avevano perizia nelle varie scienze, dove si istruivano i chierici, cittadini ed estranei, alle dottrine filosofiche… E lo stesso Ariberto dopo essersi sottratto agli affari del secolo, dai quali era oppresso, passava per la scuola allo scopo di esortare maestri e scolari agli studi”. Allora per filosofia si intendeva tutta la scienza della verità connessa alla religione.

Milano rimase sempre celebre per le sue scuole, nelle quali come scrive il maestro Bonsevin de la Riva (1240-1315) “otto sono i professori di grammatica e ciascuno ha sotto di sé una copiosa scolaresca e insegnano con grande studio e diligenza; più di settanta i maestri elementari”. Lo stesso Bonvesin in un prezioso libretto sulla “vita scolastica” informa circa le materie insegnate, nelle quali – nessuna sorpresa – dominava la religione, presentata soprattutto come manifestazione di vita fedele e devota a Dio.

La riforma protestante sconvolse il tradizionale insegnamento religioso, accentuando un decadimento della pratica religiosa, che era stata sempre la prima scuola di formazione cristiana. Non per nulla agli inizi del Cinquecento, a Milano, sorgono scuole di dottrina cristiana che poi l’Arcivescovo Carlo Borromeo potenziò in modo che ve ne fosse una in ogni parrocchia della diocesi.

La preoccupazione di autentica preparazione dei maestri è subito dichiarata: “Acciocché quella sentenza di S. Paolo non sia contro de fratelli di questa compagnia, che dice: Tu che agli altri insegni non hai cura di insegnare a te stesso” (Rom 2,21), devono i fratelli bene intendere et sapere quelle cose , che alli altri procurano d’insegnare: oltre che non può alcuno ben prestamente et fruttuosamente una cosa insegnare, se esso non la possiede et la intende benissimo; e se dice, che il segno che uno sappia, è sapere bene insegnare agli altri”. 

Perché detta scuola desse un insegnamento serio, S. Carlo stabilì che fosse anche la scuola di alfabetizzazione per ragazzi e ragazze: le prime scuole elementari per tutti! Pertanto i maestri dovevano ancor più sentirsi impegnati nella preparazione e soprattutto nella spiegazione del libretto della dottrina cristiana che ciascun scolaro possedeva.

Tali ordinamenti dell’arcivescovo S. Carlo furono fatti propri dai suoi successori e, per rimanere alla nostra età, sappiamo quale fu l’attenzione del Card. Ferrari e del Card. Schuster, anche per la preparazione diligente di congressi catechistici. Tuttavia il nuovo ordinamento politico dopo la seconda guerra mondiale, la nota crisi dei valori religiosi avvertirono della necessità di un profondo rinnovamento dell’ordinamento religioso. E fu merito del Card. Montini avere approvato e sostenuto il nostro Istituto Superiore di Scienze Religiose, che davvero segna una nuova tappa di una scuola ambrosiana sempre viva e necessaria.